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Six triple eight, l’affascinante storia del battaglione 6888


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Il tutto iniziò nel pieno della seconda guerra mondiale, era il 1943. La moglie del Presidente americano Franklin Roosvelt, dal balcone della Casa Bianca notò da alcuni giorni una donna che, nonostante le intemperie, rimaneva insistentemente ai cancelli e guardava verso l’edificio. La signora Eleanor Roosvelt allora, dopo essersi informata dai suoi collaboratori, decise di incontrare la donna e conoscere il motivo della sua tenace presenza. Lei rivelò alla moglie del Presidente che da oltre un anno non riceveva notizie del figlio arruolato e inviato in Europa a sostenere il suo paese in guerra.

Il problema sollevato venne preso a cuore da Eleanor Roosvelt (fervente sostenitrice dei diritti umani) e da una parlamentare del Congresso, diventando quindi oggetto di verifica e ricerca di conseguente soluzione. I soldati, le famiglie, gli amici e fidanzate vivevano dolorosamente la mancanza di contatto epistolare e, per i ragazzi al fronte, era gravoso non avere aiuto morale, aiuto che in questo caso arrivava soprattutto dalla corrispondenza.

Il mancato recapito della posta aveva diversi motivi: l’enorme quantitativo di lettere e pacchi sia in arrivo che in partenza, l’elevato numero di omonimie negli indirizzi, il continuo trasferimento delle truppe e la considerazione che gli uomini fossero più utili al fronte che non a distribuire posta.

Faceva clamore il fatto che le mamme americane non si rassegnarono a non avere notizie dei loro figli in guerra e si decise di affidare il compito di smaltire tutta la posta arretrata ad un battaglione di volontarie composto da donne afroamericane: il Six triple eight – Battaglione 6888.

Le donne, come gli uomini, si erano infatti arruolate allo scopo di contribuire alla nobile causa di bloccare il nazifascismo e desideravano contribuire alla causa sul fronte europeo.

Era tuttavia più opportuno, secondo i vertici dell’esercito, non impegnare uomini in una missione di grande difficoltà e sacrificio dall’esito sicuramente fallimentare come quella di smistare quintali di posta inevasa. Si decise quindi di affidare al battaglione 6888 la missione impossibile di recapitare quell’enorme quantità di posta arretrata.

Del resto, se le soldatesse avessero disatteso alle aspettative, l’onta sarebbe ricaduta solo su loro, donne afroamericane, e non sarebbe venuta meno l’onorabilità delle forze armate.

Il Battaglione 6888 fu ostacolato in molti modi da chi ancora non credeva all’integrazione e si cercò di rendere l’impegno delle soldatesse al limite della civile accettazione. Le donne lavoravano avvolte in strati di vestiti sotto le loro uniformi, mentre fuori infuriavano gli attacchi aerei.  Al Battaglione, poi, fu impartito l’ordine perentorio di risolvere il problema dello smistamento entro sei mesi: il posticipare questa data veniva considerato come fallimento dell’impresa.

Le ‘ragazze’, accettando la sfida, applicarono nuove strategie nel lavoro di smistamento della posta, legate agli odori, ai colori e particolarità grafiche. Seguirono un metodo di catalogazione e una organizzazione certosina.  Bisognava ‘leggere’ segnali segreti che i soldati usavano per non farsi intercettare dal nemico. Molte lettere erano indirizzate a soldati con nomi comuni o generici soprannomi.

Grazie ai massacranti turni di lavoro di 24 ore, animate da una passione e una caparbietà esemplari,  pacchi e lettere riuscirono a essere consegnati a soldati e famiglie americane nel giro di soli 3 mesi.  Allora le meravigliose ragazze divennero delle ‘eroine’ non solo tra i soldati al fronte sollevando il loro morale, ma anche tra le madri e fidanzate che aspettavano il loro ritorno.

Il motto del battaglione 6888 durante questa loro gloriosa esperienza fu ‘Niente posta morale basso’.

Finirono la prima consegna assegnata, come detto, in tre mesi invece dei sei previsti e l’ottimo risultato le vide presenti in ogni luogo di guerra dove giacevano montagne di posta arretrata riuscendo a smistare 65,000 lettere al giorno.

Nel 1946, rientrate in America, il Battaglione 6888 fu sciolto senza alcuna celebrazione o riconoscimento e le ‘eroine’ con dignità e umiltà rientrarono nei loro ruoli tradizionali di studentesse, parrucchiere, commesse, casalinghe, insegnanti.

Solo nel 2018 fu loro dedicato un monumento in Kansas il ‘Buffalo Soldier Commemorative Area Fort Leavenworth’ e, recentemente, nel 2022 il Presidente Joe Biden ha conferito all’intera unità la medaglia d’oro del Congresso Americano.

Volendo ricordare anche il primo ‘seme’ di questa importante esperienza, l’interesse curioso e la condivisione della signora Roosvelt nei confronti dell’amore di una madre per il figlio, ci porta a ricordare un suo motto, che sicuramente ogni donna del Battaglione 6888 avrà tenuto presente.

 “Fa ciò che senti giusto nel tuo cuore, poiché verrai criticato comunque. Sarai dannato se lo fai, dannato se non lo fai.”