Duemilaottocentonovantasette, quasi otto al giorno: sono i medici aggrediti nel 2023, secondo il questionario elaborato dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), e somministrato dalla FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, per il tramite dei 106 Ordini territoriali, a tutti i 480mila iscritti.
E’ quanto comunica la stessa Federazione. A riferirlo, Filippo Anelli, che della FNOMCeO è il Presidente, ascoltato in audizione presso la Commissione Giustizia del Senato, nell’ambito della Conversione in Legge del Decreto antiviolenza nei confronti de professionisti sanitari.
“A fare notizia sono in ogni caso solo gli episodi più gravi ed eclatanti – ha precisato Anelli – mentre rimane tutto un sommerso che rischia di non essere conosciuto”.
Sempre analizzando i dati dello stesso Osservatorio le segnalazioni complessive nell’anno 2023 sono state, infatti, oltre 16.000 sull’intero territorio nazionale (a esclusione della Sicilia) per un totale di circa 18.000 operatori coinvolti.
Anche un recente sondaggio del sindacato medico ANAAO-ASSOMED, pubblicato nel marzo di quest’anno, dà analoghi risultati: l’81% dei responders riferisce di essere stato vittima di aggressioni fisiche o verbali. Di questi, il 23% riferisce aggressioni fisiche, il 77% verbali e ben il 75% ha assistito personalmente ad aggressioni ai colleghi. Ci sono poi i dati Inail: cinquanta aggressioni al giorno, trend in costante crescita degli infortuni da aggressioni rilevati da INAIL nel triennio 2020-22 (+12,9%).
“La violenza non è mai “normale”, non è mai inevitabile – ha detto Anelli – la sicurezza sul lavoro è diritto di tutti i lavoratori. E, nel caso degli operatori sanitari, va garantita due volte, in quanto presupposto della sicurezza delle cure”.