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In Italia 3,8 milioni di anziani non autosufficienti, ma non ci sono i soldi per assisterli


Welfare

Sono 3,8 milioni gli anziani non autosufficienti che vivono in Italia; per assisterli adeguatamente servono almeno 7-8 miliardi di euro all’anno. Soldi che purtroppo non si trovano facilmente. Nonostante sia stata approvata la legge sulla non autosufficienza, di cui molte associazioni da tempo reclamavano l’urgenza – compresa la Cna Pensionati – mancano ancora i decreti attuativi, e così lo strumento normativo che poteva rimettere l’Italia in pari rispetto al resto d’Europa resta inattuato per problemi di denaro.

Dei circa 3,8 milioni di anziani che non riescono a provvedere alle loro necessità quotidiane, il 45% è assistito da un parente o un caregiver; figure sulle quali ricade il carico maggiore, anche dal punto di vista economico. A lanciare l’allarme, in concomitanza con la Festa dei Nonni del 2 ottobre, è stata la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg).

“Gli anziani non autosufficienti diventeranno 4,4 milioni nel 2030 e 5,4 milioni nel 2050 – ha detto Andrea Ungar, presidente Sigg e ordinario di Geriatria all’Università di Firenze. La legge n. 33 del 2023 è, nel complesso, buona; contiene indicazioni per cambiare radicalmente l’assistenza agli anziani secondo criteri geriatrici, con più servizi domiciliari, residenziali e semiresidenziali, una diffusione più equa di questi servizi tra le regioni e l’introduzione dell’indennità di accompagnamento che diventa prestazione universale per gli anziani non autosufficienti”. Il problema, come si diceva, sta tutto nella lentezza con la quale si procede verso l’attuazione.

Oggi soltanto il 6,3% delle persone non autosufficienti ha trovato un ricovero in una struttura residenziale. Spesso si tratta di over 85, i cosiddetti “grandi anziani”, che molte volte presentano problemi di demenza e che, considerato il quadro clinico complessivo, hanno un’aspettativa di vita piuttosto modesta. Meno dell’1%, secondo la Sigg, ha accesso ai servizi in strutture semiresidenziali. Il 21,5% riesce a ottenere l’assistenza domiciliare, ma con una media di 15 ore l’anno. Solo il 26% (circa 1 milione), si può permettere una badante.

“Tutto si gioca dunque sui decreti attuativi attesi per gennaio 2024 e sulla prossima legge di bilancio che deve assolutamente prevedere il graduale incremento di risorse necessarie a concretizzare la riforma – sottolinea Ungar. L’auspicio in occasione della Festa dei Nonni è che i 10 milioni di persone, tra anziani, familiari e caregiver, che sperimentano quotidianamente la realtà pratica della non autosufficienza, trovino presto una risposta della politica pronta a raccogliere l’importante sfida di migliorare e rafforzare questo settore del welfare, da troppo tempo trascurato”.