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Il ruolo del calcio nella terza età


Salute

Il calcio rientra in quelli che vengono definiti ‘microelementi’ della dieta in quanto la sua assunzione, deve essere regolare ma in quantità fortemente ridotte a quelle dei più noti macroelementi (proteine, grassi e carboidrati). Nello specifico, il fabbisogno giornaliero di questo elemento è pari a circa 800 mg negli adulti. Va sottolineato come negli anziani sia fondamentale alzare questo valore a circa 1000 mg, incremento necessario a contrastare il naturale deperimento osseo (osteopenia e/o osteoporosi) che si verifica mediamente a partire dai 50 anni in su.

Il calcio, infatti, trasformandosi in cristalli di idrossiapatite, si deposita nelle ossa rendendole più mineralizzate e più resistenti. Questo processo, purtroppo, è reversibile e la frequenza con la quale ciò avviene è proporzionale all’avanzare dell’età. Ad oggi, si ritiene che l’osteoporosi sia una delle patologie più rischiose della terza età perché, generalmente, si presenta senza alcun preavviso, in modo deflagrante, con fratture ossee spesso invalidanti. Basti pensare che circa il 23% delle donne con più di 40 anni e il 14% degli uomini più di 60 anni, siano affetti da osteoporosi.

E si stima anche che queste percentuali, in aumento ormai costante negli anni, siano anche la giustificazione della crescente comparsa di quelle che vengono definite fratture da fragilità ossea. Tra di esse, la più nota (tristemente) è legata alla frattura del femore, problematica in cui la maggioranza dei soggetti mostra in media più di 65 anni e mostra serie difficoltà a riprendersi a pieno.

Dunque, come si può fare per contrastare questi numeri? Sicuramente lo stile di vita e l’alimentazione giocano un ruolo cardine. Nel primo caso, contrastare il più possibile la sedentarietà, permette di mantenere in salute la propria muscolatura, la quale, a sua volta, da supporto e stabilità all’apparato scheletrico. Ma quest’ultimo deve inevitabilmente mantenersi in salute non impoverendosi del calcio che lo costituisce. A tal riguardo, alcuni alimenti giocano un ruolo chiave per soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo elemento.

Le prime sorgenti di calcio sono gli ormai noti latticini ma non se ne deve abusare per non andare incontro ad un effetto inverso. Quindi, spazio ad altre importantissime fonti alimentari quali i pesci (specie quelli di piccola taglia), le verdure (in particolare quelle a foglia verde), la frutta (specie semi oleaginosi e le noci) e i legumi. Un piccolo segreto consiste nell’abbinare un alimento acido a questi cibi, per esempio un po’ di limone spremuto. Questo perché l’acidità del limone permette di aumentare la capacità del nostro organismo di fissare il calcio.

Infine, un grande aiuto viene anche dall’acqua che beviamo, la quale, in particolare se calcica, può essere a tutti gli effetti considerata un vero e proprio integratore di questo essenziale elemento. Va comunque detto che, specie in alcune fasi della vita quali l’ingresso in menopausa delle donne, può diventare utile, se non addirittura necessario, affiancare una supplementazione calcio-vitaminica alla comune dieta.