Arrivati a una certa età è più facile ricordare gli eventi del passato delle circostanze presenti. Quello che forse è meno noto è quanto sia importante coltivare la memoria, in quanto i ricordi evocano un momento della vita in cui si è stati forti e autosufficienti.
Una memoria forte è essenziale per svolgere attività quotidiane in modo indipendente, dando un senso di autonomia e soprattutto permettere a chi è più anziano di acquisire un senso di indipendenza e fiducia nel condividere qualcosa di prezioso che solo loro conoscono.
Inoltre, la memoria è strettamente legata al benessere emotivo.
Nel saggio “Come fare perché ti succedano cose belle”, la psichiatra Marian Rojas Estapé parla di come l’amore per un ricordo possa mitigare il dolore.
Partendo dall’assunto a cui era arrivato lo psichiatra Viktor Frankl per cui le persone in grado di sopportare più efficacemente le sofferenze di Auschwitz erano quelle che avevano trovato in qualche modo un senso alle proprie esistenze, la dottoressa Estapé interpreta questa capacità in chiave moderna sottolineando come “le persone che trovano uno scopo, un obiettivo, un senso nella vita, hanno più motivi per essere felici. Un individuo che possegga pensieri e ricordi saldi, legati a persone che ama, a momenti speciali, a sogni per i quali vivere, sarà più gioioso e felice.”
Herbert Benson, professore associato di Medicina presso il Mind Body Medical Institute di Harvard, parla di benessere ricordato. La rievocazione di ricordi di eventi positivi e gratificanti, emozionanti o gioiosi del passato permette all’organismo di liberare sostanze chimiche antidepressive. Se si assorbono immagini di attività e di mobilità, il corpo riconfigura, nel vero senso della parola, la visione che ha di se stesso.
Il neuropsichiatra francese Boris Cyrulnik ne ha dato dimostrazione con numerosi esempi. All’Università di Tolone ha lavorato con malati di Alzheimer: molti di loro, che avevano dimenticato le parole, ricordavano però affetti, musica, gesti e dimostrazioni di tenerezza.
La terza età è un periodo della vita caratterizzato da una riflessione sul passato, un’opportunità per riconsiderare le esperienze vissute e per apprezzare i ricordi che hanno plasmato chi siamo diventati. In questo capitolo della vita, il potere dei ricordi diventa particolarmente evidente, poiché offrono un prezioso legame con il passato e una guida per il presente e il futuro.
Anche gli scienziati del Riken-Mit Center for Neural Circuit Genetics di Cambridge, negli Stati Uniti, diretti dal premio Nobel Susumu Tonegawa, sono riusciti a spiegare in che modo possiamo ‘scolpire’ nella nostra mente alcuni ricordi, facendo emergere che ricordare eventi passati svolge un effetto benefico sullo stato d’animo, in quanto attiva i meccanismi di motivazione e ricompensa. Ricordare momenti felici può aumentare il livello di soddisfazione nella vita e ridurre lo stress associato all’invecchiamento.
I ricordi svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell’identità personale. Mentre il corpo può subire cambiamenti e limitazioni legate all’età, i ricordi continuano a definire chi siamo. Rivivere eventi salienti della propria vita permette agli anziani di mantenere un senso di continuità e di riaffermare la propria identità in un contesto in cui molte altre cose sembrano mutevoli.
Uno studio svolto dai ricercatori dell’Università di Notre Dame di South Bend, Indiana, ha spiegato le dinamiche dell’ottimismo nelle persone di mezza età. Infatti, hanno scoperto che su un campione di 274 adulti sani, divisi in tre fasce d’eta: 35-47, 48-59 e >59, quelli dai 48 anni in su “hanno valutato le scene positive e neutre in modo più positivo rispetto agli al campione più giovane. Tuttavia, solo gli anziani hanno mostrato una memoria migliore per gli oggetti positivi rispetto agli oggetti negativi, e una maggiore grandezza del compromesso di memoria positiva rispetto alla grandezza del compromesso di memoria negativa.
Risultati che mostrano come gli individui più anziani tendano a utilizzare la rivalutazione cognitiva per riformulare le proprie esperienze di vita con interpretazioni positive e questo effetto di positività legato all’età si estende anche alla memoria.
In conclusione, l’importanza dei ricordi nella vita delle persone anziane è fondamentale per vari aspetti, che vanno dal mantenimento dell’identità personale al benessere emotivo e al senso di scopo e felicità. Coltivare una memoria forte non solo permette di affrontare le attività quotidiane in modo indipendente, ma anche di mitigare il dolore attraverso l’amore per i ricordi positivi. Gli studi scientifici confermano che ricordare eventi passati ha un impatto benefico sullo stato d’animo, riducendo lo stress associato all’invecchiamento e aumentando la soddisfazione nella vita. Inoltre, gli anziani tendono a interpretare le informazioni in modo più ottimistico e a utilizzare la rivalutazione cognitiva per riformulare le proprie esperienze con interpretazioni positive, dimostrando l’effetto favorevole legato all’età sulle valutazioni emotive e sulla memoria. In definitiva, i ricordi offrono un prezioso legame con il passato e una guida per il presente e il futuro, contribuendo così al benessere complessivo delle persone anziane.