Il 42% degli anziani nell’ultimo anno ha garantito un supporto economico ai familiari più giovani, a dimostrazione del fatto che le risorse dei nonni “sono il polmone finanziario a tutela della rete familiare”.
A rivelarlo è il 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2023, appena pubblicato. Il 65,3% degli anziani, inoltre, ritiene che la pensione percepita non sia in grado di garantire, da sola, il benessere nella terza e quarta età. Per garantirsi una vecchiaia serena secondo l’84% degli intervistati è fondamentale investire i propri risparmi, anche se solo il 41% riesce a mettere regolarmente da parte qualcosa; il 28%, invece, riesce a risparmiare solo di tanto in tanto.
Nel capitolo del report dedicato al sistema di welfare, si legge che tra il 2021 e il 2019 la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil “è passata dal 6,7% al 6,4%, nel 2020 del Covid è salita al 7,4% e poi è scesa di nuovo al 6,7% nel 2022”, ma nei prossimi anni secondo la Nadef (la Nota di aggiornamento al Def), nel 2026 dovrebbe diminuire e passare al 6,1%. “Insomma – avverte il Censis – risorse pubbliche per il Servizio sanitario nazionale declinanti nel tempo e strutturalmente inferiori a quelle di Paesi simili al nostro”.
Un altro fronte critico è la carenza del personale sanitario. “Data la elevata età media, si stima che tra il 2022 e il 2027 andranno in pensione 29.000 medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale e 21.000 infermieri. Sono numeri che confermano una fragilità che potrebbe determinare in futuro costi sociali elevati”.
Secondo il Censis “nell’anno trascorso il rapporto degli italiani con la sanità è stato segnato dalla presa d’atto della fine delle promesse. Per il 75,8% è diventato più difficile accedere alle prestazioni sanitarie nella propria regione a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Il 71,0% dichiara che in caso di visite specialistiche necessarie o accertamenti sanitari urgenti è pronto a rivolgersi a strutture private pagando di tasca propria (al Sud la percentuale sale al 77,3%)”. Una situazione che preoccupa, il 79,1% degli italiani, che temono di non poter accedere a cure tempestive e appropriate in caso di malattia.