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Intelligenza artificiale e umanità, riflessioni etiche


CNA Pensionati Emilia-Romagna ha organizzato un evento dedicato ad approfondire l’Intelligenza Artificiale: Intelligenza artificiale e umanità. Riflessioni etiche e sociali nell’era della quinta rivoluzione industriale. La riunione è stata condotta da Giada Franceschini, esperta di AI e divulgatrice, che ha esplorato la definizione, la storia e le applicazioni pratiche di quella che è a tutti gli effetti la quinta rivoluzione industriale.

È stata sottolineata la ricerca, da quando esiste l’umanità, di creare strumenti in grado di semplificare la vita e il lavoro quotidiano. Non solo, ma la ricerca si è spinta fino alla ricerca di software in grado di emulare e simulare le capacità dell’intelligenza umana, come la memoria e la logica. Si è discusso, quindi, dell’evoluzione dell’IA, partendo dai primi esperimenti nel 1956 fino all’apprendimento automatico e ai modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) sviluppati negli ultimi anni. È emerso che le macchine apprendono dai dati forniti dagli esseri umani, e che la creatività umana rimane essenziale per fornire nuovi input e stimoli.

L’intelligenza artificiale generativa, in particolare, è un tipo di AI che a differenza delle AI discriminative che classificano dati, è in grado di creare contenuti nuovi basati su un vasto insieme di dati di addestramento. ChatGPT, in particolare, utilizza un modello chiamato GPT (Generative Pre-trained Transformer), che è stato sviluppato per prevedere la parola successiva in una sequenza di testo, basandosi su statistiche e probabilità derivate dai dati che ha analizzato.

Il funzionamento di ChatGPT si basa su un’architettura di deep learning che consente di apprendere da una grande quantità di informazioni, come testi e conversazioni, per generare risposte coerenti e contestuali. Tuttavia, è importante notare che, nonostante la sua capacità di produrre contenuti originali, la creatività di ChatGPT è limitata dai dati di addestramento.

Questo significa che le sue risposte sono influenzate dalle informazioni che ha “visto” e non implica una vera comprensione o consapevolezza. I limiti di ChatGPT includono la sua incapacità di comprendere il contesto in modo profondo e di generare contenuti veramente innovativi. Infatti, il modello non “capisce” le domande nel modo in cui lo farebbe un essere umano, ma si basa su associazioni statistiche per fornire risposte.

Questo è molto importante per capire che se lo strumento di AI e, in particolare, quello di ChatGPT può essere davvero utile per sveltire e semplificare il lavoro, è anche vero che la sensibilità e la creatività umana sono e devono essere alla guida delle macchine per governarne risultati e direzione.