Un centinaio di delegati si sono riuniti per l’assemblea elettiva di CNA Pensionati Emilia-Romagna, dedicata agli “Scenari demografici e al futuro del welfare regionale”. I lavori, aperti dalla presidente uscente Laura Sassi, hanno messo in fila numeri impietosi e proposte concrete, seguiti poi nel pomeriggio dal rinnovo degli organismi dirigenti e dall’intervento conclusivo del presidente nazionale Giovanni Giungi.
L’economia “a piedi” e la sfida dei talenti
Il vice-segretario di Unioncamere Emilia-Romagna Guido Caselli ha fotografato una regione che negli ultimi vent’anni “cammina a piedi” sul fronte della crescita del Pil, mentre salgono costo della vita e affitti (+48 % in dieci anni) e cala il potere d’acquisto dei salari (-6 %). Per invertire la rotta – ha detto – occorre puntare su tre driver: salute e benessere, trasformazione digitale e sostenibilità, ma anche attrarre giovani laureati dall’estero, oggi ancora pochi. E con esempi tanto concreti quanto inusuali Caselli ha esortato di non avere paura delle nuove sfide, come quelle rappresentate dalla IA, ma al contrario imparare ad “abitare” questa evoluzione per trarne ogni vantaggio possibile, soprattutto per quanto riguarda la fascia anagrafica più anziana della popolazione.
Non autosufficienza: i conti (preoccupanti) della Regione
“Non siamo nell’era del cambiamento: siamo in un cambiamento d’era”, ha esordito l’assessora regionale al Welfare Isabella Conti, ricordando che si stima che l’intelligenza artificiale possa superare quella umana già nel 2027. Un cambiamento epocale che investe ogni ambito della nostra vita, e che ci impone di ripensare con coraggio anche il modo in cui ci prendiamo cura delle persone più fragili.
Conti ha presentato i dati aggiornati della Regione: “oggi in Emilia-Romagna si contano circa 220 mila anziani non autosufficienti, che diventeranno 370 mila entro il 2043. Di fronte a questa crescita esponenziale, i posti letto accreditati in struttura aumentano solo marginalmente – da 16 mila a 17 mila – arrivando a coprire meno dell’8% del fabbisogno. L’assistenza domiciliare, sebbene sia arrivata a 1,9 milioni di ore annue, riesce a raggiungere appena 16 mila persone, mediamente per due ore alla settimana.
Numeri che – ha sottolineato l’assessora – parlano da soli: non possiamo limitarci a rincorrere l’emergenza. Serve una trasformazione strutturale del nostro sistema di cura. È il momento di avviare un ragionamento serio, condiviso e lungimirante per rinnovare, innovare e modificare l’attuale assetto: spostando il baricentro verso un modello più vicino alla vita delle persone, più accessibile, digitale, domiciliare e integrato con il territorio”.
Pagani: “Difendere il potere d’acquisto, riequilibrare il fisco”
Il segretario nazionale Mario Pagani ha spostato lo sguardo sull’Italia intera: previdenza, sanità, welfare e istruzione sono i quattro pilastri da rifinanziare, ma il peso delle pensioni sul bilancio pubblico resta il più alto d’Europa. “Se non recuperiamo gettito e progressività fiscale, le grandi sfide sociali resteranno senza copertura” ha avvertito, invocando alleanze tra pensionati del lavoro autonomo e dipendente per tutelare il potere d’acquisto e per una complementarità ordinata fra pubblico e privato.
Cavini: “Ex artigiani protagonisti, ma tratteniamo i giovani”
Chiudendo la sessione pubblica, il presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini ha ricordato che oltre il 90 % degli associati pensionati sono ex imprenditori: “Avete costruito il benessere di questa regione e creato il 70 % dell’occupazione”. Oggi, però, il costo di un semplice posto letto in una abitazione per un giovane lavoratore può assorbire il 35-40 % di uno stipendio, scoraggiando nuovi ingressi e spingendo i talenti all’estero; serve quindi urgentemente un piano casa efficace e un dialogo stabile con le istituzioni per rendere il territorio di nuovo competitivo e attrattivo.
Tra elezioni interne e impegni futuri
La parte riservata ai delegati ha approvato il rendiconto del mandato, eletto il nuovo presidente e nominato il segretario regionale con le riconferme rispettivamente di Laura Sassi e di M. Francesca Picchio. Nelle conclusioni, Giovanni Giungi ha fatto proprie le richieste emerse: un welfare sostenibile, capace di tenere insieme longevità, innovazione e qualità dei servizi sanitari.
Il messaggio che esce dall’assemblea è chiaro: senza interventi rapidi su politiche abitative, finanziamento della non autosufficienza, fiscalità equa e valorizzazione dei talenti, in un contesto in cui gli over 65 aumentano e i lavoratori diminuiscono, il modello emiliano-romagnolo rischia di incrinarsi. L’appuntamento di CNA Pensionati rilancia dunque un patto fra generazioni e fra soggetti pubblici e privati per trasformare la “fragilità” in cui siamo sospesi, come ha evocato Caselli, in un nuovo equilibrio sociale ed economico.