In assenza di linee-guida comuni la situazione è diversa nelle varie zone d’Italia, regolata dalle ordinanze a livello locale. E intanto anche dalla Capitale arriva la notizia della ripresa delle attività
Dopo la grande paura e i decessi registrati a causa del Coronavirus, l’Italia prosegue nella strada di ripartenza della Fase 3. Caso emblematico della ripartenza è quello dei Centri Anziani: strutture considerate tra quelle più a rischio come potenziali focolai di nuovi contagi se si ignorano le buone pratiche di distanziamento sociale.
Così in diverse regioni d’Italia i Centri Anziani sono già stati riaperti, sebbene ancora la situazione si presenti a macchia di leopardo in assenza di linee-guida comuni lasciando l’iniziativa alle singole amministrazioni.
Diverse le Regioni (dall’Emilia Romagna alla Toscana) ad aver già avviato la ripresa delle attività dei Centri diurni per anziani, a queste si aggiunge anche la città di Roma che attraverso un’ordinanza sindacale ha disposto dal primo luglio la graduale e controllata riapertura dei Centri Sociali Anziani della Capitale.
Riapertura ma come? La riapertura sarà effettuata con provvedimento del direttore del Municipio, sentito il direttore dell'Area Socio-Educativa e il presidente del Centro Sociale Anziani interessato. L'ordinanza prevede inoltre la riattivazione delle attività sociali e sociosanitarie, compresi i centri semiresidenziali per persone con disabilità, mentre restano chiusi i centri diurni e le strutture semiresidenziali in favore di persone anziane o affette da patologie croniche
Sanificazioni e accortezze. La nota diffusa dal Campidoglio parla di “riaperture nel rispetto delle indicazioni contenute nell'ordinanza e solo nei casi in cui siano stati effettuati i necessari interventi di prevenzione sanitaria”. Tra gli interventi necessari, rientrano le sanificazioni degli ambienti, gli interventi di manutenzione ordinaria degli spazi interni ed esterni e di manutenzione dei filtri per gli impianti di condizionamento e l'acquisto di dispenser di gel disinfettante. I centri resteranno dunque chiusi in tutti i casi in cui non sia possibile garantire le idonee misure di contenimento del contagio.