Il report aggiornato curato dagli esperti del Ministero della Salute dimostra una crescita del +1,5% ma bisogna fare meglio
Cresce ma ancora troppo lentamente la copertura vaccinale per l’influenza tra la popolazione anziana, la fascia considerata maggiormente a rischio per le possibili complicante derivate dal virus influenzale. Spesso sottovalutata, una banale influenza nei soggetti con sistema immunitario più fragile può sfociare in polmoniti batteriche, disidratazione, e peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche).
I dati del report. Secondo l’ultimo aggiornamento delle coperture vaccinali in Italia redatto dagli esperti del Ministero della Salute si segnala an aumento del +1,5% di over65 sottoposti a vaccino anti-influenzale rispetto all’anno precedente: nella stagione 2019-20 infatti la percentuale è salita al 54,6% del totale. Decisamente troppo poco, però, visto che la soglia minima fissata dagli addetti ai lavori è quella del 75%.
Cosa succederà in autunno. Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione del Covid-19 sarà particolarmente importante il vaccino anche per evitare che i classici sintomi influenzali possano essere confusi con quelli da Coronavirus. Per questo regioni come il Lazio e la Campania hanno deliberato l'obbligatorietà del vaccino anti-influenzale per tutti i residenti di età superiore ai 65 anni. In particolare si raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione a partire dall’inizio di ottobre.
Obiettivi da raggiungere. La soglia minima indicata è, come anticipato, quella del 75% della popolazione, aspetto ribadito dal report del Ministero della Salute secondo cui "è necessario raggiungere coperture vaccinali elevate nei gruppi di popolazione target”, in particolare negli anziani con più di 65 anni e nei pazienti cronici”. Analizzando i numeri delle coperture vaccinali della stagione in corso, aggiornati a fine luglio 2020, si nota un trend in leggero aumento (16,7% rispetto al 15,8% della stagione precedente) che però ancora non si può ritenere sufficiente e dovrà registrare una crescita significativa nei prossimi mesi.