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Salute, un fascio di luce laser la nuova arma contro il cancro


Salute

Si chiamano Ctc, sono le cellule tumorali che circolano nel sangue, e verosimilmente sono loro la causa delle metastasi. Ora, uno studio condotto da ricercatori del Cnr, ha messo a punto una nuova tecnica per individuarle attraverso un fascio di luce laser, isolarle, studiare le loro caratteristiche genetiche, e valutare qual è il tipo di farmaco più efficace per combatterle. Una buona notizia per tutti, ma soprattutto per chi è un po’ più in avanti negli anni perché, come ricorda l’Airc, “il 64 per cento dei circa 365.000 nuovi casi di tumore che si registrano ogni anno in Italia riguarda persone sopra i 65 anni”. Nel dettaglio, lo studio è stato realizzato dall’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale “G. Salvatore” (Cnr-Ieos) e dall’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti (Cnr-Isasi) di Napoli.

I risultati sono stati pubblicati su Frontiers in Bioengineering and Biotechnology. Il sistema diagnostico per immagini consente di identificare le cellule tumorali nel sangue attraverso il metabolismo del glucosio. “Il suo utilizzo – informa il Cnr – una volta validato in ulteriori studi preclinici e clinici, potrà facilitare la diagnosi e la scelta delle terapie più appropriate per combattere i tumori”.

Le cellule tumorali – spiega Alberto Luini, ricercatore associato del Cnr Ieos – hanno la capacità di assimilare grandi quantità di glucosio, fino a dieci volte più velocemente di quanto facciano le cellule normali. Abbiamo utilizzato la microscopia Raman per studiare l’assorbimento delle molecole di glucosio da parte delle cellule tumorali e osservare il loro metabolismo. Si tratta di un sistema di radiazione laser con il quale vengono illuminate le molecole, che ci permette di identificarle in maniera univoca, senza utilizzare particolari marcature”.

Un approccio, secondo Giuseppe Coppola, ricercatore del Cnr-Isasi, che “pone le basi per lo sviluppo di un nuovo metodo di isolamento delle cellule tumorali, semplice e universalmente applicabile”. Dopo la validazione in successivi studi preclinici e clinici, il sistema diagnostico potrà essere utilizzato per lo screening, la diagnosi, la selezione della terapia e il monitoraggio della progressione delle patologie tumorali e delle eventuali recidive. Lo studio è stato realizzato grazie al sostegno di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e della Regione Campania.