CNA Pensionati Puglia, che organizza oltre 6.000 iscritti nel territorio pugliese, mette sotto osservazione i servizi erogati agli anziani dai Comuni pugliesi ed al contempo censisce i bisogni emergenti su cui chiedere l’avvio di nuove politiche attive. Attraverso le strutture di servizio di CNA Pensionati (CAF e patronato), è stato intervistato un campione rappresentativo della popolazione anziana.
Dall’indagine è emerso che Il 56% della popolazione intervistata non conosce le attività a favore degli anziani gestite dall’ufficio dei Servizi Sociali ed anche nei piccoli comuni non conosce la figura dell’assistente sociale. Solo 9,0% degli intervistati ha avuto modo di contattare i servizi sociali per dare una risposta ai problemi legati alla propria specifica condizione. Oltre il 90% degli intervistati non usa alcun servizio e non ha conoscenza dei servizi erogati.
Questi dati mostrano una difficoltà di comunicazione tra Comuni e popolazione anziana che pesa negativamente soprattutto oggi in cui anche i servizi sanitari domestici, attraverso l’ADI, passa attraverso i Comuni. Più nota tra gli anziani è l’esistenza nel paese del circolo anziani (42,41%) ma anche in questo caso solo l’8,9% conosce i servizi erogati e solo il 3% ne usufruisce.
Se qualcuno, a partire da questi dati, fosse spinto ad immaginare la situazione degli anziani in Puglia come un’isola felice si sbaglia: la scarsa conoscenze e lo scarso utilizzo dei servizi non dipende dall’assenza di bisogno ma dalla non conoscenza e dalla difficoltà burocratica ad accedere ai servizi. Gli anziani sono portatori di bisogni specifici legati all’età e tra questi rilevanti sono quelli sanitari, quelli relazionali e quelli di accesso al digitale.
L’innovazione digitale nella comunicazione da parte della pubblica amministrazione rischia di creare un Divario Digitale generazionale che allontana gli anziani dai servizi. Infatti gli intervistati mettono al primo posto nei desiderata i servizi di aiuto /supporto nell’organizzazione e gestione pratiche burocratiche (commissioni, prenotazione visite, rapporti con istituzioni: comune, banca, pratiche varie..). Come si vede però non si tratta solo dei servizi che possiamo chiamare di adempimento, ma di un accompagnamento più organico nei rapporti con le istituzioni sia esso il Comune o la banca o l’ASL. Anche strutture di frontiera come i patronati devono confrontarsi con questa nuova esigenza e organizzare percorsi di formazione anche in collaborazione con i comuni per diffondere la conoscenza degli strumenti digitali tra gli anziani.
Certo tutti siamo consapevoli che chi è vissuto di “sostituti” è difficile che si appassioni oggi alla gestione diretta dei rapporti con la pubblica amministrazione. Infatti il campione intervistato pone all’ultimo posto la disponibilità a partecipare ai corsi sul digitale ed in modo particolare sull’utilizzo dello SPID. Ma la ritrosia è un atteggiamento normale tra gli anziani che bisogna combattere anche puntando a valorizzare il saper fare degli anziani in questi settori. CNA Pensionati pensa per questo all’organizzazione di una banca del tempo che contribuisca a mantenere vive le relazioni tra gli anziani attraverso percorsi di reciprocità e solidarietà.
Lo studio condotto da CNA Pensionati Puglia ha messo a disposizione dell’organizzazione una mole di dati che verranno analizzati nel dettaglio in prossimi incontri del gruppo dirigente regionale che ha avviato un primo incontro di confronto alla presenza del Presidente Nazionale di CNA Pensionati Giovanni Giungi che ha apprezzato lo sforzo prodotto a livello regionale ed ha invitato ad aprire un confronto con la Regione e gli Enti locali sulle politiche a sostegno di un invecchiamento attivo garanzia per migliorare la qualità della vita non solo degli anziani ma di tutta la comunità.
La Presidente Regionale di CNA Pensionati, Enza Cavalera, ha sottolineato il nuovo corso che caratterizzerà l’iniziativa di CNA Pensionati su tutto il territorio pugliese per garantire servizi sempre più corrispondenti ai bisogni dei soci ma soprattutto una rappresentanza adeguata per un mondo della terza età che diventa sempre più importante numericamente e che pertanto richiede una costante presenza del mondo delle istituzioni nelle politiche di assistenza ma anche in quelle di sostegno ad una vita relazionale ricca.