La dieta vegana è molto gettonata e pubblicizzata come sana e compatibile con l’ambiente. Tuttavia che pro e contro ci sono? Ne parliamo con il nostro biologi nutrizionista di VerdEtà Lorenzo Traversetti.
La dieta vegana è un regime alimentare il quale prevede l’eliminazione di tutti gli alimenti i quali abbiano una derivazione diretta o indiretta da animali. Ciò prevede che cibi quali la carne, il pesce ma anche le uova e i formaggi, debbano essere eliminati.
Questa particolarità la mette in deciso contrasto con un regime onnivoro quale la dieta mediterranea. Difatti, in quest’ultimo stile alimentare, tutti i cibi possono (e devono) rientrare purché si trovi un corretto bilanciamento nel loro consumo settimanale. Dunque, al netto dell’apporto calorico, si tratta di regimi completamente sovrapponibili mentre ciò che li distingue e la possibilità di ricevere dalla dieta tutto lo spettro di macro e micronutrienti di cui il corpo abbia bisogno.
Andando più nel dettaglio a studiare la principale differenza tra questi due regimi alimentari, dobbiamo soffermarci su un paio di aspetti degni di rilevanza. Il primo di essi riguarda l’introito proteico giornaliero. I vegetali, compresi i legumi ed i loro derivati, possiedono un ottimo quantitativo di tali molecole. Ciò che contraddistingue le proteine vegetali da quelle animali è dato dalla diversità dei mattoncini che le contraddistinguono, noti come aminoacidi. In natura esistono 20 diversi complessi aminoacidi di cui 8, noti come essenziali, noi uomini non siamo in grado di biosintetizzarli e li possiamo assumere solamente dalla dieta.
Qui risiede la principale differenza tra alimenti animali e vegetali. Infatti, gli alimenti ricchi di proteine nobili (quelle con all’interno tali aminoacidi) sono quelli animali, in particolare carne, pesce, uova e formaggi. Dunque, il ricorso sistematico a proteine vegetali renderebbe necessario un complesso meccanismo di bilanciamento degli alimenti, frutto di una esperienza notevole in campo alimentare e dovrebbe ugualmente fare ricorso all’uso di integratori.
Oltre alle proteine, esiste un’altra grande differenza tra un regime alimentare mediterraneo ed uno vegano. Mi riferisco alla biodisponibilità di alcuni microelementi, su tutti calcio e ferro. Difatti, sebbene siano presenti negli alimenti vegetali anche in grandi concentrazioni, la capacità del nostro corpo di assimilarli è molto inferiore rispetto alle stesse molecole provenienti da alimenti animali.
A tal riguardo, un regime strettamente vegano rischierebbe di causare delle insufficienze tali da generare condizioni patologiche, quali l’anemia e l’osteoporosi. Queste due patologie, così come l’aumentata velocità con la quale si tende a perdere massa muscolare, aumentano in percentuale nella popolazione anziana.
Proprio per questo motivo, ritengo che il miglior regime alimentare da seguire nella fascia di età degli over 65 debba includere tutti gli alimenti, nelle giuste quantità. Ciò è valido nonostante la dieta mediterranea includa alimenti di origine animali, ossia alimenti i quali possono presentare quote di grassi saturi o di colesterolo che potrebbero far pensare a tale regime alimentare come ad una strategia meno salutare. In realtà, questa dieta include tali alimenti come elemento di variabilità in combinazione con le proteine e gli alimenti di origine vegetali, garantendo un perfetto equilibrio tra tutti.
In tale ottica, la certificazione di validità di tale dieta anche in termini di salute è data anche dal riconoscimento di ‘dieta patrimonio immateriale dell’umanità’ conferito alla dieta mediterranea nel 2012. Quindi, ritornando al dualismo tra questi due regimi alimentari, una dieta mediterranea bilanciata rappresenta il migliore strumento da applicare in tavola per garantirsi un corpo in salute e per prevenire l’insorgenza di alcune patologie frequenti nella terza età.