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Alimenti demonizzati, zucchero e farina 00. Fanno davvero male?


Salute

Quante volte abbiamo sentito parlare di diete senza zucchero o prive di grassi? Per non parlare di regimi alimentari i quali demonizzano i carboidrati ottenuti da farine raffinate? Ebbene, come in tutte le tematiche, non sono mai completamente veri i punti di vista estremi.

Con ciò intendo sicuramente sottolineare il fatto che abusare di queste tipologie di alimenti, possa effettivamente arrecare dei problemi all’organismo. Allo stesso modo, mi preme ribadire con fermezza che ciò non significhi doverli eliminare totalmente dalle nostre giornate alimentari. Vediamo con calma il perché di questa affermazione.

I prodotti raffinati, come lo zucchero bianco oppure le farine 00 (nonché i prodotti ottenuti dalla loro lavorazione) sono prodotti alimentari lavorati. Durante le fasi della loro lavorazione, le proprietà nutrizionali di tali alimenti perdono gradualmente di efficacia ed il risultato finale sono prodotto dallo scarso profilo nutrizionale.

Questo aspetto, comunissimo in quella che in gergo viene conosciuta come western diet (ovvero la dieta dei paesi sviluppati), altro non è che il frutto delle sempre più stressanti ed estreme politiche produttive, le quali devono garantire un’altissima efficienza produttiva necessaria a soddisfare la crescente richiesta globale.

Inevitabilmente, come in molte regole del mercato, se nel tempo si vuole puntare a produrre di più, vengono meno alcuni passaggi produttivi, i quali rendono il prodotto finale meno valido dal punto di vista qualitativo. A tal fine, ci vengono incontro i nostri nonni, i quali mangiavano comunque farine raffinate o zuccheri semplici ma si trattava di prodotti meno lavorati (sarebbe più giusto dire ‘meglio lavorati’).

Dunque, per rispondere agli interrogativi che si siamo posti all’inizio di questo articolo: questi alimenti fanno male? La risposta corretta sarebbe sì ma limitatamente ai casi in cui derivino da produzioni industrializzate intensive le quali mettono la qualità in secondo piano rispetto alla quantità. Se ciò venisse evitato, tali alimenti, adeguatamente bilanciati all’interno di una dieta varia, potrebbero e dovrebbero far parte della nostra alimentazione.

A sostenere questa teoria ci sono due importantissimi promotori: da un lato la dieta mediterranea e, dall’altro, la piramide alimentare. Questi due importantissimi attori recitano che gli zuccheri semplici possono rientrare nella nostra dieta quotidiana in misura pari al 10% della totalità dei carboidrati assunti. Riguardo le farine raffinate, esse andrebbero teoricamente sostituite con quelle integrali ma un loro bilanciamento con le fibre della frutta e della verdura, le renderebbe ugualmente utilizzabili senza problemi.

Lorenzo Traversetti, biologo nutrizionista